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Maurizio Borgo

INTERVISTE JEMOLINI: MAURIZIO BORGO, AVVOCATO DELLO STATO, CAPO DELL’UFFICIO LEGISLATIVO DEL MINISTERO DELLA SALUTE

19/04/2016 – Maurizio Borgo, genovese di nascita e romano d’adozione, classe ’71 è Avvocato dello Stato e attualmente ricopre il ruolo di Capo dell’Ufficio legislativo del Ministero della Salute. Si è occupato per anni dell’espropriazione di pubblica utilità, di emergenza rifiuti nella città di Napoli, nella Regione Calabria e nella Provincia di Roma. Autore di numerose pubblicazioni sulle riviste cartacee, è dal gennaio 2008 co-direttore della rivista “Rassegna Avvocatura dello Stato” e collaboratore editoriale della rivista online www.esproprionline.it. Di recente ha pubblicato – insieme a Marco Morelli – il libro “L’acquisizione e l’utilizzo di immobili da parte della P.A. Espropriazione per pubblica utilità e strumenti alternativi”.

Avvocato, nell’attuale Governo è Capo dell’Ufficio legislativo di un Ministero tanto importante, quanto problematico come quello della sanità. Che idea si è fatto della gestione del servizio sanitario italiano, delle attività e dei servizi assistenziali che deve garantire ai cittadini?

Negli ultimi anni, il settore sanitario è stato interessato da intensi interventi di riforma recanti una varietà di importanti decisioni strategiche destinate ad impattare, oltre che sui modelli di erogazione dei servizi, sulle strutture organizzative e le risorse umane, sulla dirigenza sanitaria, anche apicale, nonché sulle competenze e i processi delle istituzioni sanitarie.

Tali interventi sono stati motivati dall’esigenza di trovare soluzioni adeguate ai principali problemi che il sistema sanitario italiano affronta e che, in estrema sintesi e solo per citare i più importanti, sono riconducibili al continuo aumento dei costi in sanità – a fronte della riduzione delle risorse disponibili – oltre che alla necessità di fronteggiare il crescente invecchiamento della popolazione e la conseguente e diffusa presenza di cronicità e multi morbilità e all’aumento dei bisogni di assistenza e di salute della popolazione.

Di qui la necessità di scelte strategiche, pur sempre rispondenti a criteri eticamente condivisi, ma orientate ad interventi che rendano quanto più virtuosa la relazione esistente tra le attività assistenziali e i costi necessari a sostenerle, che massimizzino l’efficienza dei sistemi assistenziali regionali sì da rispondere in modo adeguato ai bisogni e alle aspettative di salute dell’utente e, al contempo, consentano di realizzare un’equa ed efficace allocazione delle risorse a disposizione del servizio sanitario tra i diversi imput (o fattori produttivi) utilizzati nell’erogazione dei servizi assistenziali al cittadino.

Quale ruolo ha il diritto oggi per garantire nella sanità adeguati standard nell’erogazione dei servizi?

Un ruolo di grande importanza.

Ne sono sintomatiche, per esempio, le previsioni contenute nella legge di stabilità per il 2016.

Il riferimento va, in particolare, all’art 1, commi 524 ss., che introducono misure volte a garantire il miglioramento della produttività degli enti del Servizio sanitario nazionale, mediante la predisposizione di appositi piani di rientro aziendali tesi al recupero dell’efficienza e dell’efficacia nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza, nei quali saranno impegnati quegli enti del SSN che si trovino in una situazione di squilibrio gestionale e/o erogativo, sub specie di significativo disallineamento rispetto ai parametri relativi a volumi, qualità ed esiti delle cure.

Nella medesima prospettiva della realizzazione di risparmi di spesa attraverso l’efficientamento dei processi gestionali degli enti del servizio sanitario, i commi 549 ss. si inseriscono nel processo di razionalizzazione della spesa per l’acquisto di beni e servizi sanitari, delineato da plurimi interventi normativi succedutisi nel tempo, sancendo l’obbligo per gli enti del SSN di approvvigionarsi, relativamente alle categorie merceologiche del settore sanitario, individuate ad hoc, avvalendosi, in via esclusiva, delle centrali regionali di committenza di riferimento, ovvero della Consip S.p.A.. Ed ancora, la legge n. 124 del 2015, la c.d. riforma Madia che detta, all’art 11, comma 1, lett p), specifici criteri di delega in ordine alle procedure di nomina dei direttori generali, dei direttori sanitari e dei direttori amministrativi e, ove previsti dalle leggi regionali, dei direttori dei servizi socio-sanitari delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale.

Lo schema di decreto legislativo, di attuazione della predetta delega, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri, in via preliminare, nella riunione del 20 gennaio 2016 e ha avuto il parere favorevole della Conferenza Unificata il 3 febbraio 2016; è stato, quindi, sottoposto, in data 25 febbraio 2016, secondo la procedura dettata dal citato art. 11 della legge 124/2015, al parere del Consiglio di Stato; verrà, quindi, sottoposto al parere delle commissioni parlamentari, per poi essere portato all’approvazione definitiva del Consiglio dei Ministri

Nel 1995 partecipa vincendo una borsa di studio al corso di preparazione per la carriera giudiziaria allo Jemolo, cosa la spinse a scegliere il nostro Istituto nella fase iniziale della sua carriera?

Devo dire che scoprii, quasi per caso, dell’esistenza del corso di preparazione, organizzato dall’Istituto Jemolo, grazie ad una “soffiata” di un collega di studi con il quale frequentavo il Corso dell’ex magistrato Galli.

Ha particolari ricordi dei docenti dello Jemolo?

Conservo un ricordo di tutti i docenti di quell’anno; la straordinaria umanità del Presidente De Roberto, la simpatia del Cons. Verucci, le capacità oratorie del Prof. Pitrone, l’acume del Cons. Volpe ma anche la lucidità giuridica del Prof. Gazzoni che, devo riconoscere, era l’unico che mi metteva un po’ di soggezione.

Quanto è stato importante per la sua carriera di giurista?

Direi fondamentale. L’esperienza di quell’anno è stata decisiva ai fini del superamento dei concorsi (oltre ai due in Avvocatura, ho vinto anche il concorso di uditore giudiziario) ma, più in generale, per tutta la mia successiva carriera giuridica; il confronto quotidiano con gli operatori del diritto (il professore, il magistrato e l’avvocato) mi ha insegnato a ragionare, a “pensare in diritto”; non a caso il Corso Jemolo è diventato il modello per le Scuole di Specializzazione per le professioni giuridiche dove ho avuto il piacere di insegnare (in particolare, durante la mia permanenza nella sede dell’Avvocatura di Reggio Calabria), cercando di offrire ai ragazzi la stessa possibilità di quel confronto diretto che era stato tanto importante per la mia crescita.

Lei è anche autore del libro “L’acquisizione e l’utilizzo di immobili da parte della P.A. Espropriazione per pubblica utilità e strumenti alternativi”, pubblicato recentemente. L’opera approfondisce il tema dell’istituto dell’espropriazione per pubblica utilità, esaminato in tutti i suoi profili, sia di ordine sostanziale che procedurale. Il suo libro è il frutto di anni di esperienza sia a livello giuridico che di governace nel settore?

L’espropriazione per pubblica utilità è, per così dire, la mia passione; ho dedicato e continuo a dedicare a questa complessa materia i miei approfondimenti, anche se, purtroppo, gli impegni istituzionali mi hanno costretto ad abbandonare l’attività di formazione degli operatori del settore che ho svolto per più di un decennio, per conto del Gruppo Maggioli e di molti altri operatori, pubblici e privati, del settore della formazione professionale. Il libro, che ho scritto con uno dei miei allievi, è, effettivamente, il frutto non solo dei miei studi ma proprio del confronto con gli operatori sulle questioni pratiche più disparate (la realtà degli espropri supera, infatti, di gran lunga la teoria).

Cosa consiglia ad un giovane che vuole intraprendere la carriera di giurista?

Di studiare, studiare e studiare, spaziando per tutti i settori del diritto.

Ancora oggi, nonostante i numerosissimi impegni istituzionali, continuo ad aggiornarmi sugli sviluppi giurisprudenziali relativi a tutte le branche del diritto; mi chiedete come faccio? Al mattino, davanti al computer mentre mi faccio la barba!