DONNE, DIRITTO E LETTERATURA, questo il titolo che ha fatto da cornice all’incontro che si è tenuto nella giornata di ieri martedì 3 ottobre 2017 alle ore 16, presso l’Aula Alberto de Roberto dell’Istituto di Studi giuridici del Lazio Arturo Carlo Jemolo, in occasione della presentazione dei libri di Adelaide Amendola e Gabriella Luccioli. Due libri in cui le Autrici, entrambe magistrate, si cimentano in un viaggio introspettivo, mettendo a disposizione del lettore la loro esperienza di vita, le difficoltà, i traguardi raggiunti, fino ad affermare il senso di dignità della donna nel mondo giuridico e più in generale nella società.
Le Autrici hanno percorso una vita nella magistratura italiana, coprendo ruoli di primissimo piano.
Adelaide Amendola, laureata nel 1975 alla Federico II di Napoli, è divenuta Uditore giudiziario nel 1978, per poi accedere ai ruoli della Suprema Corte di Cassazione. Autrice di molte pubblicazioni scientifiche, è stata assistente di studio alla Corte costituzionale. Oggi è in servizio presso la Suprema Corte di Cassazione. Con Diario Mobile Adelaide Amendola racconta in chiave romanzesca la storia di una famiglia e di tutte le persone che, in un piccolo paese del Sud Italia, ne hanno in vario modo intercettato e influenzato la storia. La narrazione non ha un tempo cronologico, ma un tempo soggettivo, perché segue il flusso frammentario dei ricordi, in buona parte incentrati sulla figura materna. Ne deriva un racconto che è soprattutto la ricostruzione di una peripezia interiore.
In Diario di una giudice, I miei cinquant’anni in magistratura, Gabriella Luccioli ripercorre la sua straordinaria carriera nell’ordine giudiziario italiano e le difficoltà incontrate in un ambiente storicamente maschile ed inizialmente molto diffidente nei confronti delle donne. Gabriella Luccioli nel 1965 fu una delle otto donne che per prime indossarono la toga dopo che, nel 1963, il Parlamento aveva approvato la legge che consentiva alle donne l’esercizio delle funzioni giurisdizionali. Nel 2008 è stata la prima donna nominata Presidente di sezione della Cassazione e nel 2013 è stata la prima donna candidata alla presidenza della Corte Suprema di Cassazione. Il suo Diario è un manuale di insegnamento sul valore della differenza di genere, intesa non in termini di contrapposizione, ma di reciproco arricchimento tra i due sessi, anche nell’ esercizio della giurisdizione.
Recensione di “Diario di una giudice, I miei cinquant’anni in magistratura” a cura di Donatella Salari, Magistrato dell’ufficio del Massimario e del Ruolo della Suprema Corte di Cassazione su giudicedonna.it
La giornata di ieri muove proprio da un passo di uno dei due libri: “Parità nella differenza. Il massimo per una donna non è essere considerata uguale a un uomo. So che indossare la stessa toga non significa dimenticare o negare la specificità del proprio genere di appartenenza”.
All’evento di presentazione sono intervenuti, oltre alle Autrici, personalità che raccontano della complessa vicenda della parità di genere come Maria Rosaria San Giorgio, unica donna togata componente del CSM e magistrato più votato d’Italia, Maria Rosaria Covelli, la prima donna Presidente del Tribunale di Viterbo e la prima del Distretto della Corte d’Appello di Roma, da sempre attenta al mondo femminile, all’ascolto e alla efficienza della giustizia, Giuliana Scognamiglio, Professore ordinario di Diritto commerciale, tra le sole 4 donne della Facoltà di Giurisprudenza della “Sapienza” a ricoprire il grado più alto della carriera accademica e Alfonso Amatucci, già Presidente di sezione della Corte di Cassazione. Ha coordinato i lavori Alberto Giusti, Consigliere della Corte di Cassazione.
Allegati
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