Il 25 novembre è prematuramente scomparso il Prof. Beniamino Caravita, insigne costituzionalista ed a lungo collaboratore anche del nostro Istituto.
L’ex commissario Prof. Alessandro Sterpa lo ricorda con queste parole.
Beniamino Caravita non era solamente un raffinato giurista. Dal diritto muoveva solido e sereno per raggiungere gli altri settori della cultura, contaminare e farsi contaminare da tutte le scienze, in una ricerca appassionata e avvincente delle chiavi di lettura dei cambiamenti sociali in corso. Ha rappresentato un modo del tutto innovativo di vivere contemporaneamente la dimensione accademica, quella professionale e quella istituzionale, prima di tutto per la capacità di far dialogare questi profili arricchendoli reciprocamente in modo costante e proficuo. Il tratto principale di Beniamino Caravita, che in molti in questi giorni hanno ricordato, si trova nella sua affascinante capacità di progettare e realizzare innovazione in questi ambiti, mosso da una sempre riconoscibile passione. Tutti se ne accorgevano immediatamente e, come ha ricordato una collega che lo conosce bene, partecipavano e assistevano al suo concerto di voci differenti e qualificate che costruiva senza pregiudizi mentali, coinvolgendo e mai escludendo. Un uomo costruttore di ponti tra culture, tra scienze, tra istituzioni e tra professioni. Non è un caso che egli abbia dato un contributo rilevante anche all’Istituto A.C. Jemolo, non solo con suggerimenti culturali per il cammino di riforma e sviluppo avviato nel 2013 e proseguito in questi anni, ma anche concorrendo alla riuscita di eventi organizzati nell’Aula De Roberto sia in materia di integrazione europea che di riforma costituzionale insieme ad ospiti di altissimo livello accademico e istituzionale. Beniamino Caravita era un punto di riferimento per chi cercasse una riflessione scientifica aperta, qualificata, articolata e puntuale; una riflessione ancor più necessaria in una fase dello sviluppo sociale e istituzionale caratterizzato da frammentazione e pluralismo da un lato e spinte alla semplificazione e alla contrazione dei diritti. Il suo era un diritto militante dalla parte della libertà e della giustizia, dello stato di diritto, mai piegato alle esigenze del potere ma sempre protagonista della ricerca del bene comune che lui rintracciava in un Paese efficiente e meritocratico in una Unione europea coraggiosa e innovativa.