“Serve ancora un giudice sul potere?”

La maggiore rapidità delle decisioni rispetto all’ingolfamento delle altre giurisdi­zioni, la crescente centralità (soprattutto in fase di crisi) delle regole di concor­renza nell’ambito dell’economia pubblica, l’incessante evoluzione di modelli di complessità nei rapporti tra pubblico e privato sono tutti fattori che negli ultimi decenni hanno contribuito ad un investimento dell’ordinamento nel ruolo e nella funzione del giudice amministrativo.

Ciò se da un lato ne ha rafforzato l’importanza, sino alla nascita del primo Co­dice del processo amministrativo, dall’altro ha fatto crescere le aspettative verso quest’ambito della tutela giurisdizionale. Aspettative che peraltro, in una sorta di fisiologica contraddizione, si declinano talvolta in termini di istanza di maggiore efficientamento e ulteriore rafforzamento della natura giurisdizionale della fun­zione, talaltra in pulsioni di riforma anche radicale e persino soppressiva.

Con l’obiettivo di approfondire le ragioni di non sempre coerenti direttrici, nasce questo volume collettaneo che racchiude un approfondito dibattito che è insieme di attualità e di prospettiva.

Altre informazioni
  • Introduzione di Giorgio Giovannini
  • Saggio di apertura di Alessandro Pajno
  • Conclusioni di Giuliano Amato
  • A cura di Gianluigi Pellegrino, Alessandro Sterpa
  • Carocci Editore
Allegati